I tic sono movimenti involontari, improvvisi, rapidi, brevi, non finalizzati, stereotipati, che si manifestano in modo ripetitivo ma irregolare (tic motori), quando coinvolgono la muscolatura fono-articolatoria determinano la produzione di suoni (tic vocali). Sia i tic motori che quelli vocali si possono distinguere in semplici o complessi. I tic motori semplici interessano un singolo muscolo o piccoli gruppi muscolari, coinvolgono prevalentemente la faccia, il collo e gli arti superiori (ammiccamento, inarcamento delle sopracciglia, smorfie, torsione del collo, movimenti del capo e delle spalle). I tic motori complessi sono movimenti più elaborati come saltare, scalciare, pestare i piedi, odorare. Fra i tic motori complessi si può considerare anche l’ecocinesi, ovvero l’imitazione dei movimenti altrui e la copro prassia, cioè la comparsa di gesti improvvisi volgari, sessuali od osceni.
I tic vocali semplici variano dal raschiarsi la gola, grugnire, tirare su col naso, soffiare, sbuffare, mentre quelli complessi comprendono la ripetizione di parole o frasi non adeguate al contesto come la coprolalia (uso di parole socialmente inadeguate), l’ecolalia (ripetizione di suoni o parole uditi), palilalia (ripetizione dei propri suoni o delle proprie parole).
I tic di solito vengono avvertiti come irresistibili, ma possono essere repressi per periodi variabili di tempo, ciò comporta però la comparsa di notevole disagio e tensione. Spesso sono emessi in attacchi di uno o più tic; gli attacchi sono separati da periodi liberi che durano da pochi secondi ad alcune ore. I tic di solito cambiano in gravità (frequenza dei tic, forza e grado di alterazione del comportamento da parte del tic) nel corso delle ore o di un giorno e possono variare di frequenza e nei diversi contesti, ad esempio, i bambini possono essere capaci di sopprimere i tic a scuola. Possono inoltre variare di morfologia nel tempo. Di solito si accentuano in situazioni di stress mentre si attenuano durante attività che richiedono concentrazione e scompaiono durante il sonno.
Secondo il DSM IV (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) i disturbi da Tic sono classificati in quattro gruppi: Disturbo di Tourette, Disturbo Cronico da Tic Motori o Vocali, Disturbo Transitorio da Tic e Disturbo da Tic Non Altrimenti Specificato.
Il Disturbo di Tourette è caratterizzato da tic motori e vocali, presenti in maniera continuativa per un periodo superiore ad un anno. Il disturbo è più comune nei maschi che nelle femmine, ha una prevalenza di 4-5 soggetti su 10.000. L’esordio del Disturbo di Tourette può avvenire anche molto precocemente, ma di solito si manifesta nella fanciullezza o nella prima adolescenza e comunque per definizione prima dei 18 anni. L’età media di esordio dei tic motori è di 7 anni. Il disturbo dura di solito per tutta la vita, sebbene possano verificarsi periodi di remissione che durano da settimane ad anni. Nella maggior parte dei casi, la gravità, la frequenza, e la variabilità dei sintomi diminuiscono durante l’adolescenza e l’età adulta. In altri casi, i sintomi scompaiono del tutto. Spesso sono presenti in comorbidità il idisturbo ossessivo-compulsivo o il disturbo da deficit attentivo con iperattività. Il disturbo spesso determina disagio sociale, vergogna, senso di umiliazione e depressione, ritiro sociale. Nei casi gravi i tic possono interferire gravemente con le attività quotidiane (per es., leggere o scrivere, fare sport, giocare).
Il Disturbo cronico da Tic è caratterizzato dalla presenza di tic motori o vocali per un periodo superiore ad un anno. Pertanto, a differenza del Tourette, non sono presenti contemporaneamente tic motori e vocali.
Il Disturbo transitorio da tic è caratterizzato da tic motori e/o vocali per un periodo inferiore ad un anno. Nel Disturbo da tic non altrimenti specificato includiamo i disturbi caratterizzati da tic che non soddisfano i criteri per un Disturbo da Tic specifico. Gli esempi includono tic che durano meno di 4 settimane o tic con esordio dopo i 18 anni di età.
Per quanto riguarda le cause, è fondamentale anzitutto escludere una possibile una causa organica: fra queste va ricordata nei bambini la “PANDAS” (Pediatric Autoimmune Neuropsychiatric Disorders associated with Streptococcal infections), una sindrome con tic che segue una comune infezione streptococcica. A tal fine sono necessarie delle indagini di laboratorio per valutare la presenza di un infezione da streptococco. Talora i tic possono essere secondari all’uso o alla sospensione di farmaci, o essere esito di encefaliti o traumi cranici.
L’effetto positivo dei farmaci antidopaminergici e l’accentuazione dei tic in seguito alla somministrazione di farmaci psicostimolanti suggerisce l’implicazione del sistema neurotrasmettitoriale dopaminergico, in particolare nei nuclei della base.
Per quanto riguarda i fattori emotivi quali ansia, tensione, disagio, bassa autostima, insicurezza, un tempo erano ritenuti la causa principale del disturbo, attualmente tali fattori vengono considerati sintomi associati, che possono peggiorare l’espressività del disturbo ma non determinarlo.
La terapia va programmata in base alla forma, alla gravità del quadro clinico, all’eventuale presenza di sintomi associati. La prima cosa da fare è rassicurare il bambino e creare un ambiente sereno in famiglia. E’ necessario dare importanti consigli ai genitori quali fare finta di niente, non sgridare il bambino, non mostrare preoccupazione, rendere il bambino autonomo, farlo sentire “capace”, non iperproteggerlo né svalutarlo. Nei casi in cui l’approfondimento psicodiagnostico evidenzi un profondo disagio emotivo, è indicata una psicoterapia.
Il trattamento farmacologico è riservato ai casi particolarmente gravi ed invalidanti per periodi di tempo limitati. I farmaci principalmente utilizzati sono i neurolettici. Se vi è un’associazione con il disturbo ossessivo-compulsivo o l’ADHD si deve prendere in considerazione la terapia farmacologica di tali disturbi.
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